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Il Commercio Equo e Solidale

1 gennaio 2011

Il commercio equo e solidale, o fair trade, è una partnership economica basata sul dialogo, la trasparenza e il rispetto, che mira ad una maggiore equità tra Nord e Sud del mondo attraverso il commercio internazionale.

Il fair trade contribuisce ad uno sviluppo sostenibile complessivo attraverso l’offerta di migliori condizioni economiche e assicurando i diritti per produttori marginalizzati dal mercato e dei lavoratori, specialmente nel Sud del mondo.

Le organizzazioni del fair trade (FTOs - Fair Trade Organizations) che aderiscono a WFTO (WorldFairTradeOrganization), la federazione mondiale del commercio equo e solidale, sono coinvolte attivamente nell’assistenza tecnica ai produttori, nell’azione di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni e nello sviluppo di campagne volte al cambiamento delle regole e delle pratiche del commercio internazionale.

IFAT definisce gli STANDARD, ovvero i criteri generali che gli operatori di commercio equo ad essa accreditati sono vincolati a rispettare, e un CODICE DI CONDOTTA condiviso, in un’ottica di verifica del corretto operato di tali organizzazioni e di trasparenza verso i consumatori e gli altri interlocutori.

Il commercio equo risponde a importanti linee guida:

1) garantire ai piccoli produttori nel Sud del mondo un accesso diretto e sostenibile al mercato, al fine di favorire il passaggio dalla precarietà ad una situazione di autosufficienza economica e di rispetto dei diritti umani;

2) rafforzare il ruolo dei produttori e dei lavoratori come primari stakeholders (portatori di interesse) nelle organizzazioni in cui operano;

3) agire ad ampio raggio, anche a livello politico e culturale, per raggiungere una maggiore equità nelle regole e nelle pratiche del commercio internazionale.

Acquistare un prodotto del Commercio equo e Solidale comporta un semplice atto che avvicina concretamente il consumatore al produttore; l’impatto che può avere un pacchetto di caffè; conoscere la storia che sta "dentro" il prodotto e i produttori che lo hanno realizzato è enorme:viene ridato al consumatore un senso, non solo all’acquisto ma anche al suo essere compratore in quanto tale, cosciente di cosa sta facendo, lontano dall’immagine di un consumatore allevato fin da piccolo come un pollo in batteria che ingozza il mangime che viene dato senza chiedersi in che cosa consista e da dove viene.

Il Commercio Equo e Solidale secondo noi non può basarasi semplicemente sull’aspirazione dell’umanizzazione del commercio all’interno dell’attuale sistema economico, ma molto più radicalmente, rappresenta la volontà di cambiamento sia delle regole che delle pratiche del commercio internazionale e per questo si pone in una posizione anti-sistemica. Il Commercio equo e Solidale si pone quindi come interlocutore fondamentale e necessario nel dibattito sull’elaborazione di una nuova concezione di mercato che definisca le regole su cui fondare un modello di sviluppo alternativo al sistema capitalista.

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