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I parlamentari della sinistra protestano contro l’ordinanza pro-inceneritori di Prodi. Sabato e domenica il Cantiere di Napoli. Alex Zanotelli e il Wwf contro gli «incentivi sporchi»

SISTEMA RIFIUTI: Una storia infinita

7 febbraio 2008

Dopo la firma di Prodi dell’ordinanza che garantisce gli incentivi Cip6 agli inceneritori in Campania sono state diverse le reazioni di sdegno. Grazia Francescano [Verdi], Mirko Lombardi [Rifondazione comunista], Claudio Saroufim [Comunisti italiani] e Valerio Calzolaio [Sd] hanno firmato un comunicato congiunto per spiegare che l’ordinanza «serve solo a rilanciare gli inceneritori, boicottando gli obiettivi che la Commissione europea si è data di produrre da fonti rinnovabili il 20 per cento dei consumi primari», quindi dicono, «non permetteremo che si realizzi questo scempio».

Il ritorno dei Cip6 e «Arcipelago Napoli»

I parlamentari della sinistra protestano contro l’ordinanza pro-inceneritori di Prodi. Sabato e domenica il Cantiere di Napoli. Alex Zanotelli e il Wwf contro gli «incentivi sporchi»

Dopo la firma di Prodi dell’ordinanza che garantisce gli incentivi Cip6 agli inceneritori in Campania sono state diverse le reazioni di sdegno. Grazia Francescano [Verdi], Mirko Lombardi [Rifondazione comunista], Claudio Saroufim [Comunisti italiani] e Valerio Calzolaio [Sd] hanno firmato un comunicato congiunto per spiegare che l’ordinanza «serve solo a rilanciare gli inceneritori, boicottando gli obiettivi che la Commissione europea si è data di produrre da fonti rinnovabili il 20 per cento dei consumi primari», quindi dicono, «non permetteremo che si realizzi questo scempio».
Il presidente della commissione ambiente del Senato, Tommaso Sodano [Prc] ha invitato Prodi a ritirare l’ordinanza perché, ha spiegato, «Non può passare un provvedimento del Presidente del Consiglio in aperta violazione delle norme nazionali e comunitarie. E’ inaccettabile». «La questione Cip 6 non c’entra niente con la soluzione del problema dei rifiuti in Campania. Il parlamento ha deciso di eliminare gli incentivi previsti nel Cip6 per bruciare i rifiuti perché non aveva alcun senso ed era vietato dalle norme europee utilizzare risorse da destinare allo sviluppo delle fonti rinnovabili per bruciare rifiuti.
Il governo può disporre deroghe per impianti autorizzati ma è escluso che lo possa fare per quelli ancora da progettare. Non è con il Cip 6 che si risolve il problema dei rifiuti ma, come tutti ormai sanno, con la gestione moderna che parta dalla riduzione prima, passando dalla raccolta differenziata poi per arrivare infine al recupero di materia ed energia», questo il commento di Legambiente.
Intanto, nella serata di ieri la Commissione europea ha avviato una procedura d’infrazione contro l’Italia relativa alle numerosissime discariche abusive presenti sul nostro territorio. L’Italia ha due mesi di tempo per rispondere. Se non darà una risposta soddisfacente a Bruxelles, dimostrando di aver chiuso d’autorità o messo sotto controllo tutte le discariche abusive, si può prevedere che entro l’estate si arrivi all’ultimo stadio e cioè al ricorso Corte di Giustizia, che comporterebbe anche la richiesta di pesanti sanzioni pecuniarie.
Per fare un punto su tutto questo Carta e l’associazione Cantieri sociali vi invitano a partecipare a «Arcipelago Napoli. Costruire ponti tra tanti modi di vivere e pensare ad una città diversa», un cantiere sociale che si terrà nella città partenopea sabato 9 e domenica 10 febbraio.
Questo in breve il programma: sabato 9 febbraio [ore 9,30] presso l’antico refettorio di Santa Maria la Nova [Largo Santa Maria la Nova] ci sarà la plenaria coordinata e introdotta da Pierluigi Sullo.
Sono tre i temi in calendario: «Cittadinanza sociale, impegno nei territori: illusione di nuovi e vecchi reduci o strategia plausibile per un’altra politica?», con gli interventi di Dino Greco e Sergio D’Angelo; «Partecipare e lavorare insieme: promuovere legami per fare rete», con Giancarlo Paba e Osvaldo Cammarota. Infine «Costruire relazioni per una città includente», con Franco Floris e Enrica Morlicchio. Dalle 12,30 alle 14 si costituiranno i gruppi di lavoro presso la Facoltà di architettura [via Forno Vecchio 36]. Domenica mattina invece si presenteranno le relazioni dei vari gruppi di lavoro e, a seguire, ci saranno gli interventi di Bruno Amoroso, Enrico Pugliese e Alex Zanotelli. Per informazioni: http:// cantieresocialenapoli.blogspot.com.

Di seguito l’appello di padre Alex Zanotelli che critica il «ritorno dei Cip6» e scopre i nuovi scenari che potrebbero aprirsi per la costruzione dell’inceneritore di Acerra inserito nel «piano anticrisi» del supercommissario Gianni De Gennaro. Ancora su i Cip6 il Wwf parla di «ennesimo colpo basso ad una popolazione esasperata», quella campana.

Il ritorno dei Cip6: politica da inquinamento

di Alex Zanotelli

L’ex presidente del consiglio Prodi ha firmato il decreto per sbloccare i contributi alla costruzione degli inceneritori. Avevamo tanto lottato durante il lungo dibattito parlamentare sulla Finanziaria di quest’anno contro questi contributi, i cosiddetti Cip6, ed avevamo ottenuto che non fossero più dati ai nuovi inceneritori.
I Cip6 sono i contributi che i cittadini italiani pagano per le energie rinnovabili [l’anno scorso lo Stato ha avuto circa tre miliardi di euro da questi proventi. Purtroppo, per un’errata interpretazione della direttiva europea, questi soldi sono stati usati anche per gli inceneritori, perché, bruciando i rifiuti, producono energia che è «assimilata» alle energie rinnovabili.
L’intervento di Prodi è stato finalizzato a riaprire il bando di gara e così terminare i lavori dell’inceneritore di Acerra [in costruzione dal 2000!]. Infatti il bando di gara, indetto dall’allora commissario straordinario Pansa, che scadeva il 31 dicembre, è andato deserto per il ritiro delle uniche due ditte che si erano presentate: la A2A [la potente municipalizzata di Brescia e Milano] e la Veolia [ex-Vivendi], la più potente multinazionale dell’acqua al mondo che gestisce anche i rifiuti [seconda al mondo in questo settore]. La ragione data per il ritiro del bando dalla gara era che non c’erano più i contributi governativi, i Cip6. Così si capisce perché gli industriali vogliono gli inceneritori. Ci guadagnano infatti 55 euro per ogni tonnellata che bruciano. Peccato che non ci dicono che il 30 per cento dei rifiuti bruciati rimane come residuo tossico che dovrebbe essere sepolto in Germania nella cave di salgemma. La decisione di Prodi di dare i contributi Cip6 ai tre inceneritori della Campania [Acerra, Santa Maria La Fossa e Salerno] e in particolare all’inceneritore di Acerra, costruito nel territorio più inquinato d’Europa, apre la porta per il ritorno in gara di A2A e di Veolia.
Cade così la foglia di fico che copre tanta propaganda industriale a favore degli inceneritori. La verità è che gli industriali vogliono gli inceneritori solo se ci sono i soldi del Cip6. E’ un altro enorme business anche quello degli inceneritori. Tutta questa vicenda rivela ancora una volta che coloro che governano non sono più i politici, ma i potentati economico-finanziari. I nostri politici, se vogliono governare, devono obbedire. Rimaniamo esterrefatti davanti a tale comportamento del decaduto governo Prodi e ci poniamo tutta una serie di domande. Come può un governo che sta per cadere o è caduto
modificare le decisioni parlamentari contenute nella Finanziaria?
Perché aprire la strada a una multinazionale come la Veolia, che ha avuto la scorsa settimana sei dirigenti che lavorano per Acqualatina [49 per cento della Veolia] arrestati a Latina? Perché aprire la porta a Veolia che dopo i rifiuti si prenderà anche l’acqua di Napoli e della Campania?
Perché il governo trova soldi per la Veolia e non per la raccolta differenziata casa per casa?
Perché Prodi non ha commissariato tutti quei comuni che non hanno raggiunto il 35 per cento di raccolta differenziata come previsto dalla finanziaria di quest’anno?
Ha ragione l’economista ambientale Guido Viale quando afferma: «L’inceneritore è tossico, soprattutto perché inquina il cervello di molti amministratori locali e governanti nazionali che aspettano da quella macchina - e non dalla riorganizzazione dei ciclo dei
rifiuti attraverso la partecipazione e il coinvolgimento diretto dei cittadini - una miracolosa soluzione del problema».

Cip 6. Dopo il danno anche la beffa per i cittadini della Campania

da Wwf

Con la firma dell’ordinanza per garantire gli incentivi Cip6 ai «termovalorizzatori» in Campania, è stato inferto l’ennesimo colpo basso ad una popolazione esasperata, che soffre della mancanza cronica di strategie e progettualità in materia di rifiuti e che continua a pagare, ogni giorno, con la propria salute e la negazione manifesta dei propri diritti, la presunta mancanza di soluzioni adeguate. Tutto solo per favorire il ricorso a meccanismi che privilegiano gli interessi di una lobby imprenditoriale e di politici che
hanno ignorato volontariamente i diritti di tutti i cittadini italiani.
La Campania è una Regione che produce circa 485 chilogrammi di rifiuti a persona, poco più del Veneto e come il Trentino-Alto Adige, considerate fra le Regioni più virtuose d’Italia in materia di gestione dei rifiuti, e malgrado ciò ogni cittadino campano, a fronte di nessun servizio reso, ha dovuto pagare per questa gestione disastrosa ben 101 euro l’anno, fra le tariffe più alte di Italia.
All’indomani della fallita gara d’appalto per la realizzazione dell’impianto di Acerra, per il quale erano in corsa Asm [A2A] e la francese Veolia, l’ultimo capitolo della vicenda rifiuti in Campania troverebbe il suo epilogo nella trattativa privata tra gli attori interessati e il Commissario De Gennaro: ancora una volta, i contributi dei cittadini, soldi pubblici in una «procedura di trattativa privata», senza che la popolazione sia sufficientemente informata sui meccanismi e sulla reale destinazione dei finanziamenti.
Dal 1992 il Cip 6 preleva dalle tasche degli italiani, attraverso le bollette elettriche, una quota che va dall’8 al 10 per cento. Il meccanismo di incentivazione del Cip6 in Italia, piuttosto che sostenere le fonti rinnovabili ha premiato le «fonti assimiliate» che tutto sono fuorché rinnovabili e pulite. Sotto la dicitura «fonti assimilate» vanno i rifiuti indifferenziati, gli scarti di raffineria, i prodotti petroliferi, ecc. Si è venuto a creare così un meccanismo perverso e ingiusto che ha semplicemente sottratto ingenti risorse economiche ai contribuenti. Da sedici anni, circa l’80 per cento dei soldi che gli italiani
hanno pagato, pensando di finanziare le rinnovabili, hanno piuttosto alimentato una truffa ai danni dei cittadini e dello sviluppo sostenibile.
In un Paese civile, dove dovrebbe regnare lo Stato di diritto, un meccanismo illegittimo e vergognoso come il Cip6 andrebbe abolito, a favore di sistemi più virtuosi quali certificati bianchi per le raccolte differenziate, e meccanismi in «conto energia» da destinare alle fonti energetiche rinnovabili vere e sostenibili.

Fonte: Carta - quotidiano on-line

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