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Martedì 14 dicembre 2010, Conferenza dei Sindaci dell’ATO 4

18 dicembre 2010

Acqualatina pretende, oltre a non pagare i Consorzi di Bonifica, anche di non cacciare un euro per i Canoni di Concessione d’uso degli impianti comunali, come previsto dal contratto stipulato nell’atto di gara.

Il presidente dell’ATO 4, Dottor Armando Cusani, feudatario del regno di Acqualatina Spa, ha chiamato a raccolta tutti i suoi vassalli, i Sindaci accondiscendenti ad ogni volere del sovrano (Bruschini assente, Chiavetta presente), e ha fatto approvare il punto 3 all’ordine del giorno (solo cinque Sindaci su venticinque hanno votato contro e tra questi non c’era il nostro) che la dice lunga sulle intenzioni di Acqualatina: “Proposta al Gestore di copertura dell’importo presumibilmente dovuto ai Consorzi di Bonifica, con i canoni di Concessione-Approvazione dello schema di accordo di gestione”.

Ricordiamo che le convenzioni servono a compensare i costi dei Consorzi per la gestione dei canali di scolo che anche Acqualatina usa per scaricare le acque dei depuratori ed altro. Tali costi, noi cittadini, li paghiamo già sulle bollette alla voce “tariffa di depurazione”. Fino ad oggi questi costi sono stati coperti dalla Regione Lazio, quindi sempre con i soldi dei cittadini. Con questa operazione andremo a pagare tre volte lo stesso servizio!!!
Ma, visto che non ha un bilancio, come farà l’ATO4 ad accollarsi tali debiti? Verranno messi nel bilancio della Provincia di Latina? O direttamente nei bilanci Comunali?
Non ci vuole certo un commercialista di fama internazionale per capire che questi debiti i Comuni non li hanno mai conteggiati nei proprio bilanci, quindi come farà il gestore a iscriverli come crediti nel proprio bilancio? Mah,….Mistero dell’economia politica!
Vedremo cosa ne penserà la Corte Conti!!

La Giunta ed il Consiglio Comunale di Nettuno erano informati di tale importante decisione? Noi cittadini, come al solito, no.
Quindi alla Conferenza dei Sindaci non si è parlato del problema arsenico ma di come salvare il bilancio, ormai in rosso, di AcquaLatina Spa, e soprattutto di come salvare i profitti del socio privato di Acqualatina S.p.a..
Visto che sia al gestore che ai nostri Sindaci sembra proprio non interessi nulla della salute dei cittadini, noi del Comitato ci siamo preoccupati di richiedere analisi della qualità delle acque ad un laboratorio certificato, purtroppo la risposta è stata come temevamo: sia ad Anzio che a Nettuno abbiamo parametri al di sopra del limite consentito per legge (10microgrammi/L).
Acqualatina e l’ATO 4, invece, continuano a perder tempo e dichiarano di aspettare “dichiarazioni ufficiali” dalla Commissione Europea, in realtà già arrivate il 28 ottobre 2010 dove si sancisce di “non concedere la deroga” e che, secondo l’art.249 del Trattato Europeo, “la decisione è obbligatoria e vincolante per tutti gli Stati membri”!!!

Cosa aspettano i sindaci di Anzio e Nettuno ad intervenire? Perché, come noi ed altri Sindaci, non si sono preoccupati di fare richiesta di analisi in forma privata? Come mai nessun manifesto o comunicato stampa informa i cittadini? Cosa c’è dietro questo comportamento, a dir poco, immobilista?
Noi riteniamo che il problema non sia di carattere tecnico ma “politico”. Ci avevano fatto credere che la gestione privata del servizio idrico sarebbe stata più economica, più efficiente e più efficace ma, a fronte di questa ennesima presa in giro, sarebbe meglio ripensare ad una nuova gestione pubblica e partecipata in cui siano i cittadini a decidere e a controllare, visto che questi politici da soli non ne hanno la capacità, la forza, l’intelligenza, l’onesta intellettuale, l’immaginazione e la lungimiranza per farlo. Anche se dovessimo sciogliere questo contratto capestro con AQL, con tutti i problemi che comporta, ci costerebbe comunque meno!!! Se ci dobbiamo difendere da questo atteggiamento prepotente, arrogante ed economicamente coercitivo, che rassomiglia più allo Stato borbonico che ad una democrazia moderna, allora sarebbe meglio cominciare a non pagare un servizio che non garantisce più la potabilità dell’acqua.

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